L'arte generativa è il tentativo di realizzare un'opera d'arte attraverso l'uso di algoritmi. L'artista generativo lavora ripetendo questo schema:
Dunque le componenti coinvolte nel processo generativo sono: l'artista generativo, che inventa l'algoritmo e giudica l'estetica del risultato. L'algoritmo, che codifica le regole di generazione dell'opera. Il sistema autonomo, che esegue l'algoritmo costruendo l'opera. Queste tre componenti coincidono con l'artista nell'arte tradizionale (il pittore è colui che decide come fare il dipinto e che lo esegue materialmente).
Il risultato di questo processo è un'opera d'arte (immagine, animazione, musica, danza, architettura) con un solo valore estetico. L'opera è spesso imprevedibile per l'artista, il quale lascia parte del controllo al sistema autonomo che esegue l'opera. Metodi per ottenere un risultato imprevedibile sono la casualità organica e la complessità (sotto forma di emersione e ricorsione). Il risultato, l'opera d'arte, è dunque una collaborazione tra artista e sistema autonomo (in realtà, quasi sempre tutto il merito se lo prende l'artista, senza che il sistema autonomo possa protestare!).
"Unpredictability is something unwanted in traditional programming practices, which is why more experienced programmers reading these words may be finding some of these ideas unpalatable. But trust me: it's for your own good. Nonlinear approaches to the familiar can be healthy for the brain." (Matt Pearson)
L'arte è un delicato incontro tra ordine e complessità. L'ordine perfetto è noioso e dunque non attrae. Il caos totale è incomprensibile al nostro cervello e quindi è altrettanto poco appetibile. Quando riusciamo a dipartire dall'ordine senza sfociare nel caos, mantenendo un instabile equilibrio tra semplicità e complessità, spesso otteniamo un risultato che sorprende e emoziona, quindi che possiamo definire bello.
"Delight lies somewhere between boredom and confusion. If monotony makes it difficult to attend, a surfeit of novelty will overload the system and cause us to give up; we are not tempted to analyze the crazy pavement." (Richard Padovan)
"Order and complexity are twin poles of the same phenomenon. Neither can exist without the other, and aesthetic value is a measure of both. Just as order needs complexity to become manifest, complexity needs order to become intelligible." (Richard Padovan)
Perché siamo attratti dalla complessità ordinata? Perché ci ricorda la natura, cioè l'ambiente in cui siamo (o eravamo) immersi? Oppure l'ordine caotico assomiglia a qualcosa di ancora più intimo, il nostro stesso cervello?
"Perhaps we have a propensity for structures similar to our own brain - at its most basic cellular level - turning us into victims of a dopaminelike neurotransmitter every time we view systems that roughly resemble a neural network." (Manuel Lima)
Jackson Pollock
La rete neurale del cervello dei mammiferi
A differenza del Newton di William Blake, qui sotto rappresentato, l'artista generativo non volta le spalle alla natura per concentrarsi solo sul mondo meccanico, bensì cerca una loro integrazione: l'artista generativo si muove tra il mondo della natura, da cui trae ispirazione, e il mondo della logica e della matematica, che usa come strumenti per realizzare l'opera.
Newton, di William Blake