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Vita e opere di Jon Ronald Reuel Tolkien |
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Biografia John
Ronald Reuel Tolkien nacque a Bloemfontein (Sud Africa) il 3 Gennaio
del 1892 da Mabel Suffield e Arthur Reuel Tolkien,
quest’ultimo di lontane
origini sassoni ma ormai anglicizzato. A quatto anni, per motivi di salute, fu
costretto a tornare in Inghilterra con la madre e il fratellino Hilary. Della
sua vita in Africa gli rimasero ricordi radi ma vividi, che segnarono la sua
successiva produzione letteraria. Pochi mesi dopo il loro trasferimento in Inghilterra,
il padre morì. L’infanzia di Tolkien trascorse nelle West Midlans, tra la caotica conurbazione industriale di Birmingham e il paesaggio rurale di WorcestershireIn.In questi anni frequenta la King Edward’s School. Successivamente la famiglia si spostò a King’s Heath, in una casa che dava sulla ferrovia. Le destinazioni esotiche scritte sulle carrozze merci di alcuni dei treni che vedeva passare scatenarono l’immaginazione linguistica del giovane Ronald. In seguito la famiglia si trasferì nel più confortevole sobborgo di Birmingham, Edgbaston. Nel 1904 a Mabel Tolkien fu diagnosticato il diabete, malattia a quel tempo incurabile. Morì il 15 ottobre lasciando i suoi figli orfani. Padre Francis, delegato tutore da Mabel, si prese cura dei due sia dal punto di vista materiale sia da quello spirituale. Ronald
cominciò a mostrare una capacità linguistica notevole:
eccelleva in Latino e Greco e divenne più che competente in diverse
altre lingue, sia moderne che antiche, tra cui il Gotico e l’antico finnico.
Lavorò assiduamente anche alla costruzione di un linguaggio inventato
da lui. Eálá Earendel
engla beorhtast Ave Earendel
il più splendente degli angeli, mandato agli uomini sulla
terra di mezzo « Provai un curioso fremito», scrisse molto tempo dopo, «come se qualcosa in me si fosse mosso, risvegliato per metà dal sonno. Avrei trovato qualcosa di molto remoto, strano e bello oltre quelle parole se fossi stato capace di coglierlo molto più del semplice inglese antico» . Questo
lo ispirò fin dall’inizio e fece nascere in lui il desiderio
di realizzare un mondo di antica bellezza. Diversamente da molti dei suoi contemporanei, Tolkien non corse immediatamente ad arruolarsi allo scoppio della guerra, ma ritornò ad Oxford. In questo periodo stava anche lavorando a vari tentativi poetici, e sui suoi linguaggi inventati, specialmente su uno che cominciò a chiamare Qenya, che era pesantemente influenzato dal finnico. Ronald sentiva ancora la difficoltà di tenere le briglie della sua vivida ma disparata immaginazione. Infine Tolkien si arruolò mentre lavorava all’idea di Earendel il marinaio, che diventava una stella, e ai suoi viaggi. Nel 22
marzo 1916 sposò Edith Bratt a Warwicke si trasferirono a Great
Haywood nello Staffodshire. Nell’estate del 1920 fece richiesta per diventare professore associato
di Lingua Inglese all’Università di Leeds, e con sua sorpresa
fu assunto. Nel 1929 Edith diede alla luce la loro ultima figlia (unica femmina), Priscilla. Tolkien prese l’abitudine di scrivere ai suoi figli delle lettere annuali fingendosi Babbo Natale, e una selezione di questi fu pubblicata nel nel 1976 col titolo “The Father Christmas Letters”. Diventati adulti i figli presero strade diverse: John entrò in seminario, Michael e Christopher si arruolarono entrambi nella Royal Air Force. Successivamente Michael divenne insegnante e Christopher lettore universitario, e Priscilla divenne assistente sociale. Nel frattempo Tolkien continuò a sviluppare la sua mitologia e i suoi linguaggi. Fu quindi durante gli anni ‘20 e ‘30 che l’immaginazione di Tolkien si mise a correre lungo due binari paralleli. Da un lato c’erano le storie scritte per divertire i suoi bambini. Dall’altro c’erano i temi più vasti sempre associabili alle leggende. Qualcosa mancava; qualcosa che doveva legare strettamente insieme i due binari della sua fantasia e introdurre una storia che fosse contemporaneamente eroica e mitica, e allo stesso tempo toccasse l’immaginazione popolare. Ma all’improvviso il tassello mancante arrivò a completare il quadro. Fu in un giorno d’estate: stava seduto davanti alla finestra dello studio di Northmoor Road correggendo faticosamente gli elaborati dello School Certificate. Anni più tardi ricorderà: «uno dei candidati aveva lasciato una delle pagine del compito bianche, la cosa migliore che possa capitare a un esaminatore. Io ci scrissi sopra: “In una caverna sotto terra viveva un Hobbit”. I nomi spesso facevano scaturire dalla mia mente una storia. Alla fine pensai che fosse meglio scoprire a che cosa somigliassero gli Hobbit. E questo non fu che l’inizio». Secondo il costume tipicamente tolkeniano, decise che bisognava scoprire cosa fosse un Hobbit, non appunto inventarlo, ma scoprirlo, come se si trattasse di studiare antichi documenti. Da questa ricerca venne fuori una storia che lui raccontò ai suoi figli più giovani, ma che non terminò subito, solo più tardi grazie all’incoraggiamento di un’impiegata della casa editrice Allen and Unwin. Il libro venne pubblicato come “The Hobbit” nel 1937. Ottenne immediatamente un buon successo, ed è entrato per sempre nelle liste di libri per bambini. Ebbe un così grande successo che Stanley Unwin chiese a Tolkien se avesse altro materiale simile pronto per la pubblicazione. In questo
periodo presentò alcune delle sue storie “complete” ad
Unwin, che le mandò ai suoi recensori. Le reazioni furono contrastanti:
non venivano apprezzate le parti di poesia mentre affascinavano quelle in prosa
(il materiale era la storia di Beren e Luthien) ma la decisione finale fu che
non se ne poteva fare una pubblicazione commerciale. Unwin riferì questo
con tatto a Tolkien , ma gli chiese nuovamente se volesse scrivere la continuazione
dello Hobbit. Tolkien accolse con disappunto la notizia dell’apparente
fallimento del “Silmarillion”, ma raccolse la sfida di scrivere
il “nuovo Hobbit”. Nel 1959 Tolkien andò in pensione. Dopo il suo ritiro nel 1969 Ronald e Edith si spostarono a Bournemouth. Il 22 Novembre 1971 Edith morì, e Ronald ritornò presto ad Oxford, nelle stanze offertegli dal Merton College. Morì il 2 settembre del 1973. Lui ed Edith sono sepolti insieme nella stessa tomba nell’area cattolica del cimitero di Wolvercote nei sobborghi a nord di Oxford (La tomba è ben segnalata all’ingresso). Sulla lapide si legge: Edith Mary Tolkien, Lùthien, 1889-1971 John Ronald Reuel Tolkien, Beren, 1892-1973. Poche settimane dopo la morte, in una cerimonia commemorativa tenuta in California da alcuni ammiratori americani, fu letto il breve racconto “Leaf by Niggle”. Forse anche lui non l’avrebbe considerato inappropriato: «Davanti a lui stava L’Albero, il suo Albero, bell’e finito. Se lo si poteva dire un Albero, quello era vivo, con le foglie che si aprivano, i rami che crescevano e si piegavano nel vento che Niggle aveva così spesso sentito e immaginato, e che tanto spesso non era riuscito a rendere. Guardò l’Albero, e lentamente alzò le braccia e le allargò. “E’ un dono!”, esclamò». |