Sinossi

Bitcoin è intrigante e allo stesso tempo controverso.

Affronteremo, dati alla mano, alcuni dei più controversi luoghi comuni riguardo a bitcoin (e alle criptovalute in genere), nell’ordine:

  • Bitcoin non ha valore intrinseco
  • Bitcoin consuma inutilmente energia (e inquina)
  • Bitcoin è una truffa

Bitcoin non ha valore intrinseco

  • A differenza di una azione, una obbligazione o una valuta fiat, bitcoin non ha come sottostante un’azienda oppure una banca centrale o uno Stato
  • Quindi non è facile fare un’analisi fondamentale dell’asset bitcoin ma è possibile solo un’analisi tecnica dell’andamento storico del prezzo
  • Ad oggi, Bitcoin è stato dato per morto ufficialmente 476 volte, come testimoniato dal sito Bitcoin Obituaries

“Bitcoin just shows you how much demand for money laundering there is in the world” - Larry Fink (2017)

“Bitcoin is rat poison squared” - Warren Buffett (2018)

Oro come bene rifugio

Per trovare un eventuale valore di bitcoin, proviamo ad approfondire le differenze tecniche e di percezione tra bitcoin (spesso chiamato oro digitale) e oro fisico.

Questa parte è tratta dal podcast “La vera differenza tra oro e bitcoin” di Vito Lops (Il Sole 24 Ore).

  • Le civiltà hanno sempre cercato un bene rifugio - tipicamente una materia prima - a cui agganciare il valore della moneta
  • Con questa finalità è stato usato il sale, il rame, e persino delle pietre Rai nell’isola di Yap in Micronesia
  • Questi tentativi sono falliti finché non si è arrivati all’oro

Un bene rifugio deve avere tre caratteristiche:

  1. Scarsità
  2. Trasferibilità
  3. Non deperibilità
  • L’oro è scarso: nel corso della storia sono state estratte circa 198 mila tonnellate (un palazzo di nemmeno 10 piani)
  • L’oro è trasferibile: nelle sue varie forme (lingotti, monete) è certamente trasportabile
  • L’oro è non deperibile: dal punto di vista chimico l’oro puro è inossidabile, non reagisce mai con l’ossigeno e di conseguenza non arrugginisce; allo stesso tempo risulta denso e malleabile

Gold standard e accordi di Bretton Woods

  • Nel 1873 molti Paesi decisero di agganciare il valore della loro moneta ad una quantità fissa di oro (gold standard)
  • Nel 1944 il gold standard viene rimpiazzato dagli accordi di Bretton Woods in cui gli Stati Uniti impongono le loro condizioni agli alleati
  • Il dollaro viene eletto come valuta di riferimento per gli scambi mondiali e tutte le altre monete avranno un cambio fisso nei confronti del dollaro
  • Il dollaro diventa l’unica valuta convertibile in oro al cambio di 35$ all’oncia
  • Gli accordi però non prevedevano un controllo della quantità di dollari emessi, permettendo così agli USA l’emissione incontrollata di moneta, perdendo in questo modo il gancio con l’oro
  • Nel 1971 il presidente americano Richard Nixon dichiara la fine degli accordi di Bretton Woods: il dollaro è confermato come valuta di riferimento ma non è più agganciato all’oro

Moneta fiduciaria

  • Nasce così l’attuale sistema monetario: la moneta è basata sulla fiducia (fiat), non è coperta da riserve auree, e quindi priva di valore intrinseco
  • Il termine fiat deriva dal latino e può essere tradotto come “che sia fatto”; in poche parole, indica un ordine dato dal governo; ecco perché la valuta fiat è anche detta moneta fiduciaria
  • La banca centrale e il governo stabiliscono che una certa moneta abbia validità e che debba essere adottata da tutti (rendendola dunque a corso legale): finché tutti i cittadini rispettano queste decisioni autoritarie, quella moneta manterrà il suo valore
  • L’oro ha perso il suo ruolo di moneta ma ha continuato ad essere una riserva di valore: dal 1973 il suo valore è cresciuto di oltre il 5% l’anno mentre il valore delle monete fiat, incluso il dollaro, è sceso in media del 3/4% l’anno

Bitcoin: oro digitale

Bitcoin è un bene rifugio potenziato rispetto all’oro e il suo valore è determinato dalle seguenti caratteristiche:

  • Bitcoin è scarso: in particolare è finito. A differenza dell’oro, che è scarso ma non finito - nuovi giacimento possono essere scoperti o un meteorite carico d’oro può atterrare sulla terra - il protocollo Bitcoin prevede che non potranno essere emessi più di 21 milioni di bitcoin (ad oggi 19.59 milioni già emessi). L’emissione terminerà nel 2140.
  • Bitcoin è trasferibile: trasportare lingotti è una cosa, inviare bitcoin da una parte all’altra del mondo è un’altra: una transazione Bitcoin richiede circa 10 minuti (oppure circa 60 minuti, ovvero 6 conferme, per essere sicuri), o pochi istanti se si utilizza la tecnologia di secondo livello chiamata Lighting Network.
  • Bitcoin è non deperibile: il protocollo Bitcoin si basa sulla crittografia asimmetrica e sulle funzioni crittografiche di hash, tecnologie che dal 2009, anno in cui è stato creato il primo bitcoin, non sono mai state violate. Dunque bitcoin è tecnologicamente inossidabile.

Bitcoin e oro: correlazioni positive e negative

  1. Bitcoin e oro sono inversamente correlati all’andamento del dollaro: quando il dollaro si deprezza, salgono di valore e viceversa
  2. Sono inversamente correlati all’andamento dei tassi di interesse: sia oro che bitcoin non distribuiscono cedole e quindi soffrono periodi di tassi crescenti in cui le obbligazioni statali sono molto redditizie
  3. Il loro prezzo dipende molto più dalla domanda che dall’offerta, dato che quest’ultima è scarsa o finita. Quindi possono perdere valore sono a causa di una contrazione della domanda
  4. Non sono inflazionabili, dato che l’offerta è limitata. La valute correnti hanno invece una inflazione strutturale - voluta e cercata dalla banche centrali - in un intorno del 2% - come incentivo all’economia (se so che la moneta perde valore sono più propenso a spenderla)
  5. Non hanno un rischio di controparte, non essendoci alle spalle un’azienda o uno stato che potrebbero fallire. Il loro rischio è invece legato alla reputazione, ovvero alla possibilità che l’uomo cambi idea sul loro potenziale
  6. Il prezzo di bitcoin è più volatile e quindi l’investimento in bitcoin è più rischioso rispetto al prezzo dell’oro
  7. Il rendimento dell’investimento in bitcoin è però storicamente (dal 2017) superiore a quello di un investimento in oro; il rapporto rendimento su rischio (Sharpe ratio) è in parte comparabile
  8. Entrambi gli asset possono essere acquistati fisicamente oppure attraverso degli strumenti finanziari come ETF - Exchange-Traded Fund - fondi passivi negoziati in borsa che seguono il prezzo di un asset sottostante
  9. L’oro è in modo unanime considerato riserva di valore - circa 1/5 di tutto l’oro estratto è posseduto dalle banche centrali - mentre su bitcoin le opinioni sono ancora divergenti - ad oggi nessuna banca centrale detiene bitcoin come riserva
  10. Il consumo energetico annuo per l’estrazione degli asset è 149 TWh per bitcoin e 131 TWh per l’oro
  11. Le emissioni di gas serra annue per la relativa estrazione sono 75.58 MtCO2 per bitcoin e 100.4 MtCO2 per l’oro
  12. Le emissioni per consumo energetico sono più basse per bitcoin (75.58 / 149 = 0.51) rispetto all’oro (100.4 / 131 = 0.77) di un 30%; ciò significa che l’industria del mining di bitcoin usa energia più pulita (con meno emissioni di gas serra) rispetto all’estrazione dell’oro

Prezzo e valore: modello stock-to-flow

Il prezzo di un asset è l’incontro tra domanda e offerta ed è determinato dal mercato; il valore è invece determinato in modo intrinseco da una analisi sui fondamentali dell’asset

  • Accade che prezzo e valore di un asset non coincidano - tipicamente si dovrebbe investire su asset che hanno un prezzo inferiore al loro valore intrinseco e viceversa.
  • Inoltre il valore è determinato da modelli matematici e modelli diversi (o anche lo stesso modello con parametri diversi) possono dare valori diversi

Uno dei modelli più popolari per determinare il valore di una materia prima (come oro o bitcoin) è il modello stock-to-flow:

Il modello stock-to-flow confronta la quantità della materia prima già estratta finora (stock) con la quantità di materia prima che correntemente si estrae in un anno (flow) ed esprime per quanti anni dovrei estrarre la materia prima per ottenere la quantità attualmente estratta. Maggiore è questo rapporto, maggiore è il valore dell’asset.

  • Per l’oro:
    • lo stock è 185 mila tonnellate (considerando quello che è andato perso)
    • l flow è 3 mila tonnellate l’anno
    • quindi lo stock-to-flow è 185/3 = 61.7 anni
  • Per bitcoin:
    • lo stock ad oggi è 19,651,356 di unità (senza considerare i bitcoin persi)
    • il flow è 6.25 bitcoin ogni 10 minuti, ovvero 900 = 24 * 6 * 6.25 bitcoin al giorno, ovvero 328,500 = 900 * 365 bitcoin all’anno
    • quindi lo stock-to-flow è 19,651,356/328,500 = 59.8 anni. Dopo l’halving di Aprile 2024 questo valore raddoppierà.
  • Dunque ad oggi l’oro, secondo questo modello, ha un valore intrinseco leggermente superiore al bitcoin, ma dopo il prossimo halving la situazione si ribalterà

Bitcoin consuma inutilmente energia (e inquina)

  • Il tema del consumo di elettricità e dell’impronta ambientale delle blockchain come Bitcoin ed Ethereum è stato spesso dibattuto con veemenza.
  • Tuttavia, queste discussioni non sono prive di luoghi comuni e pregiudizi.

Vediamo alcuni fatti.

Fatto #1

Il consumo energetico della blockchain è dovuto alla produzione dei blocchi della catena (mining) attraverso il metodo di consenso proof-of-work e non all’elaborazione delle transazioni.

In altri termini, a parità di condizioni, il mining di un blocco vuoto consuma la stessa quantità di energia del mining di un blocco pieno.

Fatto #2

Il metodo di consenso proof-of-work è fondamentale per mantenere la sicurezza e l’integrità dellla blockchain. Si tratta di un incentivo economico che promuove l’onestà a scapito dell’imbroglio.

I minatori sostengono due tipi di costi finanziari:

  1. Le spese di capitale, che sono costi fissi una tantum, come l’acquisto di hardware specializzato per risolvere il proof-of-work. I minatori utilizzano ASIC, che sono hardware costruiti appositamente e ottimizzati per gli algoritmi proof-of-work. Queste spese rappresentano in media il 45% dei costi totali dei minatori.
  2. Il restante 55% dei costi dei minatori sono spese operative, costi variabili continui dominati (75%) dal costo dell’elettricità per far funzionare l’hardware specifico.

Assumendo che i minatori siano agenti economici che massimizzano il profitto, l’onestà è la strategia più razionale per loro. Di conseguenza, Bitcoin può essere considerato non tanto un’innovazione tecnologica ma piuttosto un sistema socio-economico attentamente calibrato che si basa su una complessa combinazione di incentivi economici, teoria dei giochi e una solida base tecnologica. Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index

Fatto #3

Il consumo energetico della rete Bitcoin - che usa il metodo di consenso proof-of-work - non è trascurabile; quello della rete Ethereum - che usa il metodo di consenso proof-of-stake - è invece modesto.

Secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI) - un progetto in corso creato e gestito dal Cambridge Centre for Alternative Finance con sede presso l’Università di Cambridge - oggi:

  • La blockchain Bitcoin consuma 19.76 gigawatt (GW) di energia elettrica, che corrisponde a un consumo totale annuo di 173.24 terawattora (TWh). Ciò corrisponde allo 0.78% del consumo totale annuo di elettricità del mondo.
  • E’ molto? Qui alcuni confronti.
  • La blockchain Ethereum utilizza 687.01 kilowatt (KW) di energia elettrica, che corrispondono a un consumo totale annuo di elettricità di 6.02 gigawattora (GWh). Ciò corrisponde allo 0.003% del consumo di elettricità di Bitcoin.
  • E’ poco? Qui alcuni confronti.

Fatto #4

Il principale fattore che influenza il consumo energetico della blockchain è la redditività del mining.

Quanto la redditività del mining è più elevata verrà impiegato più hardware (e anche hardware meno efficiente) e quindi il consumo sarà maggiore.

La redditività del mining è determinata principalmente da tre fattori:

  1. Il prezzo di mercato della moneta estratta (più alto maggiore il consumo)
  2. La congestione della rete, ovvero l’ammontare delle commissioni pagate per le transazioni (più alto maggiore il consumo)
  3. Il costo dell’elettricità utilizzata per il processo di mining (più alto minore il consumo)

Fatto #5

È essenziale distinguere tra consumo di elettricità e impronta ambientale. Ciò che conta in ultima analisi per l’ambiente non è il livello di consumo di elettricità in sé, ma l’intensità di carbonio delle fonti energetiche utilizzate per generare tale elettricità.

Nel gennaio 2022, CEBCI stima che il mix energetico dei minatori Bitcoin sia così composto:

  1. carbone (36,55%), gas (24,97%), petrolio (0,89%), per una quota totale di combustibili fossili pari al 62,41%
  2. nucleare (11,3%)
  3. idroelettrico (14,87%), eolico (6,52%), solare (3,17%), altre rinnovabili (1,72%), per una quota totale di fonti rinnovabili pari al 26,28%
  4. mettendo insieme nucleare e rinnovabili, la quota di fonti a basso contenuto di carbonio è pari al 37,58%.
  • Vale la pena notare che il mining di Bitcoin può avvenire ovunque (non appena c’è una connessione a Internet)
  • I minatori sono quindi nomadi energetici, attratti da energia rinnovabile e di scarto che non può essere distribuita o utilizzata in modo economicamente vantaggioso
  • Esempi sono le energie rinnovabili in Cina (principalmente l’energia idroelettrica come risultato della capacità in eccesso durante la stagione umida) e il gas flaring in Nord America (gas naturale sottoprodotto indesiderato dell’estrazione del petrolio)
  • Inoltre, molte società di mining sono quotate in borsa. I criteri ESG (Environmental, Social, and Governance), sempre più presenti nelle menti degli investitori, creano un naturale incentivo finanziario per l’industria a decarbonizzarsi.

Secondo il CBECI oggi:

  • La blockchain Bitcoin ha emissioni annue di gas serra pari a 87.78 MtCO2e. Questo corrisponde allo 0.18% delle emissioni globali.
  • Se paragonato ad uno Stato, Bitcoin sarebbe in posizione 24 per il consumo energetico, e in posizione 63 per le emissioni di gas serra. Dunque Bitcoin ha un mix energetico decisamente migliore (a meno emissioni) dello Stato medio.
  • E’ molto? Qui alcuni confronti con altre industrie
  • La blockchain Ethereum ha emissioni annue di gas serra pari a 2.18 KtCO2e. Questo corrisponde allo 0.0025% delle emissioni di Bitcoin, rispetto allo 0.005% del consumo di elettricità. Quindi l’energia usata da Ethereum è il doppio più pulita.
  • E’ poco? Qui alcuni confronti.
  • Qui in confronto l’impronta ambientale degli Stati

Emissioni per unità di energia consumata

Il rapporto tra emissioni ed energia consumata indica quanto pulita è l’energia usata (minore è meglio).

## # A tibble: 8 × 4
##   Entità     Emissioni     Consumi `Emissioni/Consumi`
##   <chr>          <dbl>       <dbl>               <dbl>
## 1 Svezia      35.4       131.                     0.27
## 2 Ethereum     0.00244     0.00672                0.36
## 3 Bitcoin     75.6       149                      0.51
## 4 Oro        100.        131                      0.77
## 5 Italia     376.        300.                     1.25
## 6 USA       5771        3979.                     1.45
## 7 Cina     12055.       7806.                     1.54
## 8 Mondo    49758.      22315                      2.23

Le principali blockchain usano energia più pulita rispetto all’oro e al pianeta.

Bitcoin è una truffa

In effetti, esiste una quantità rilevante di truffe e imbrogli che si possono fare usando come mezzo la blockchain e le criptovalute:

  1. Phishing: furto d’identità effettuato attraverso la creazione di un sito web o di un’e-mail fraudolenti che sembrano rappresentare un’azienda legittima.
  2. Schema Ponzi: schema di investimento piramidale in cui un operatore paga i rendimenti sugli investimenti (fatti da investitori nella parte superiore della piramide) con il capitale ricavato dai nuovi investitori alla base della piramide, anziché con i profitti degli investimenti. Gli schemi Ponzi generalmente crollano quando non c’è abbastanza capitale nuovo per pagare il sempre crescente numero di investitori esistenti. Ad averci guadagnato sono solo gli investitori della prima ora (in cima alla piramide).
  3. Rug pull: comporta la creazione di nuovi token da parte degli sviluppatori e la loro promozione presso gli investitori, che acquistano il nuovo token nella speranza che aumenti di valore, fornendo così liquidità al progetto. Primo o poi, gli sviluppatori ‘tirando il tappeto’: prosciugano i fondi dal pool di liquidità, azzerando il valore del token, e scompaiono. I rug pull sono prevalenti nella finanza decentralizzata (DeFi) perché, con il giusto know-how tecnico, è economico e facile creare nuovi token sulla blockchain e quotarli sulle borse decentralizzate senza una revisione del codice (che magari include l’impossibilità per gli investitori di vendere i token).
  • Attacchi al codice. Si verifica quando gli hacker sfruttano un bug nel codice di un protocollo DeFi, come una borsa decentralizzata o una piattaforma di prestiti e mutui, per prosciugare i fondi depositati. Lo sviluppo open-source è un punto fermo delle applicazioni DeFi, poiché i protocolli DeFi muovono fondi senza l’intervento umano, quindi gli utenti devono essere in grado di verificare il codice sottostante per potersi fidare della piattaforma. Ma questo va anche a vantaggio dei criminali informatici, che possono analizzare gli script alla ricerca di vulnerabilità e pianificare in anticipo gli attacchi
  • Malware. Per malware si intende un software malevolo che svolge attività nocive sul dispositivo della vittima, di solito a sua insaputa. Esempi di famiglie di malware sono:
    • Clipper. Possono inserire nuovo testo negli appunti della vittima, sostituendo il testo copiato dall’utente. Gli hacker possono utilizzare i clipper per sostituire gli indirizzi delle criptovalute copiate negli appunti con i propri, consentendo loro di reindirizzare le transazioni pianificate verso i propri portafogli.
    • Cryptojacker. Utilizzano in modo non autorizzato la potenza di calcolo del dispositivo della vittima per estrarre criptovalute.
  • Ransomware. Un tipo di malware che minaccia di pubblicare i dati personali della vittima o di bloccarne perennemente l’accesso a meno che non venga pagato un riscatto, solitamente in bitcoin. Alcuni ransomware sembrano essere motivati da obiettivi geopolitici, come quello avvenuto nel 2022 alle agenzie governative ucraine da parte di hacker che si ritiene siano associati al governo russo. Gli hacker russi hanno utilizzato un ransomware il cui codice è simile a uno precedente sfruttato per colpire la Russia stessa, in modo da farlo sembrare di origine ucraina anziché russa - un tipo di attacco chiamato false flag attack.
  • Manipolazione del mercato. Questo include diverse strategie per influenzare il mercato al fine di ottenere un profitto:
    • Pump and dump: alcuni influencer incoraggiano gli investitori ad acquistare asset in forma di token poco conosciuti i cui prezzi possono essere facilmente influenzati, sulla base di informazioni false. Quando il prezzo degli asset sale, i truffatori vendono i propri token, facendo un profitto e lasciando le vittime con token privi di valore
    • Wash trade: un investitore vende e compra simultaneamente gli stessi strumenti finanziari per creare un’attività ingannevole e artificiale sul mercato. Ciò può essere fatto per una serie di motivi, tra cui aumentare artificialmente il volume degli scambi in una borsa di criptovalute o il prezzo di un Non Fungible Token (NFT) associato a un asset digitale, dando l’impressione che l’asset sia più richiesto di quanto non sia in realtà.
  • Darknet. La darknet è una rete sovrapposta a Internet a cui si può accedere solo tramite software specializzato, configurazioni e autorizzazioni speciali e che spesso fa uso di protocolli di comunicazione non standard per essere deliberatamente inaccessibile ai più. Sulla darknet si può comprare praticamente tutto, inclusi i kit per fare le truffe qui discusse.
  • Finanziamento del terrorismo. Alcune organizzazioni terroristiche hanno tentato di finanziare le loro operazioni con le criptovalute. Ad esempio, nel 2019 e nel 2020, al-Qaeda ha raccolto criptovalute attraverso canali Telegram e gruppi Facebook, e nel 2021 le Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno raccolto donazioni in criptovalute.
  • Elusione delle sanzioni. Si tratta del tentativo di eludere le sanzioni statali o internazionali utilizzando le criptovalute. Ad esempio, nel 2020 alcuni membri del governo iraniano hanno chiesto al Paese di utilizzare le criptovalute per eludere le sanzioni, e il mining di Bitcoin potrebbe fornire l’opportunità perfetta per farlo. Essendo uno dei maggiori produttori di energia al mondo, l’Iran dispone dell’elettricità a basso costo necessaria per estrarre criptovalute come il Bitcoin, fornendo un’iniezione di valore monetario che le sanzioni non possono fermare. Inoltre, la Russia ha utilizzato le criptovalute per eludere le sanzioni internazionali determinate dall’invasione in Ucraina.

Buone notizie

  1. Tutte queste truffe sono perpetrabili anche con le valute fiduciarie (fiat)
  2. La percezione comune è che le truffe nel mondo cripto siano più facili in quanto gli attori sono anonimi. In realtà:
    • l’anonimato è spesso pseudo-anonimato, dato che un utente può farsi identificare volontariamente o meno in diversi modi, ad esempio con un processo KYC, AML oppure con tecniche di analisi delle rete delle transazioni
    • per garantire la disintermediazione la blockchain è trasparente, dunque ogni transazione viene registrata in modo permanente (cose che invece non avviene col denaro contante e in generale con le valute fiduciarie)
  3. Secondo i dati pubblicati da Chainalysis - una società di analisi della blockchain che fornisce dati e analisi ad agenzie governative, borse e istituzioni finanziarie in 40 paesi - nell’anno 2022:
    • le transazioni che coinvolgono indirizzi illeciti ammontano al massimo storico di 20.6 miliardi di dollari, ma rappresentano solo appena lo 0.24% del volume delle transazioni di criptovaluta
    • i criminali informatici hanno riciclato criptovalute per 23.8 miliardi di dollari. Nel frattempo, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine stima che fino a 2000 miliardi di dollari - il 5% del PIL globale - vengano riciclati ogni anno attraverso il sistema finanziario tradizionale in valute fiat, due ordini di grandezza in più rispetto al riciclaggio di criptovalute.

Looking Through a Glass Onion - Roberto Ranon, 2023 (Foundation)

Solo lo stupido non cambia mai opinione

We do believe that if we can create more tokenization of assets and securities - that’s what bitcoin is - it could revolutionize finance

Bitcoin, being an international asset not tied to any specific currency, could serve as an alternative investment option to hedge against inflation and other economic challenges faced by individual countries.”

Larry Fink (2023)

Bitcoin is a scarce, global, and decentralized asset that may occupy the “store of value” role that gold has played for certain investors.

It is an expression on increasing global disorder and declining trust in governments, banks, and fiat currencies.

As the leading cryptoasset, bitcoin’s performance is seen by many as a key indicator of overall blockchain adoption.

Blackrock (2024)