MODALITA' DI SCRITTURA DELLA TESI DI LAUREA

1 Articolazione della tesi

Raccolto il materiale bibliografico e conoscendo, anche molto approssimativamente, il lavoro da svolgere, è opportuno abbozzare un primo indice della tesi, suddividendo il lavoro in capitoli e paragrafi. In questo modo si può procedere con maggiore ordine e razionalità. L'indice finale della tesi potrà essere assai diverso da quello steso all'inizio, potendo cambiare durante il procedere del lavoro.
La struttura finale della tesi si dovrà articolare nei seguenti punti:

Parole di "dedica" della tesi o epigrafi particolari potranno trovare spazio nelle prime pagine fuori testo.

1.1 Stato dell'arte

In questa parte il candidato deve riportare con attenzione quello che si definisce "stato dell'arte" in quel che concerne il lavoro svolto. Dovrà porre particolare importanza alla bibliografia in modo da lasciare traccia degli articoli o libri letti prima di affrontare lo svolgimento della tesi. Dovrà inoltre concludere tale parte elencando quali sono i problemi ancora "aperti" e su quale ha deciso di eseguire uno studio.
1.2 Corpo della tesi

In questa parte deve essere descritto il lavoro vero e proprio che, come si è detto, sarà conveniente suddividere in capitoli, paragrafi ed eventualmente sottoparagrafi, numerati in modo gerarchico e ciascuno con un titolo. Ciascun capitolo deve trattare in modo organico un unico argomento o più argomenti tra loro strettamente correlati; la suddivisione di ogni capitolo deve rispettare un criterio logico, nel senso che gli argomenti trattati devono susseguirsi nello stesso ordine con cui sono collegati concettualmente. E' opportuno non dilungarsi su commenti che possono essere inseriti nella introduzione o nelle conclusioni e su passaggi matematici non essenziali per la comprensione del testo, passaggi che può essere opportuno riportare in appendice.

Numerazione delle formule

Normalmente la tesi prevede un certo numero di formule che è bene numerare al fine di facilitarne la citazione. Per la numerazione si possono seguire indifferentemente due criteri:

Durante la prima stesura la numerazione sarà progressiva all'interno di ogni capitolo: (1), (2), (3), ecc.. Nella stesura finale la numerazione definitiva conterrà anche l'informazione del capitolo a cui si riferisce (5.1), (5.2), (5.3),ecc..

Figure e tabelle

Il testo della tesi diventa, in generale, molto più comprensivo se si fa uso di figure esplicative. Le figure possono essere di tre tipi:

E' buona norma che sotto ogni figura vi sia una didascalia che permetta di comprenderne il significato anche senza leggere il contenuto del testo. Le figure devono essere numerate in ordine progressivo ed è opportuno che, come per le formule, la numerazione inizi da ciascun capitolo. Ad esempio, seguendo questo criterio, la terza figura del secondo capitolo deve essere indicata con: Fig.2.3.
I grafici sono l'elaborazione di insiemi di dati numerici, contenuti ad esempio nei "file" di uscita di un programma di calcolo o provenienti da una serie di rilevazioni sperimentali: per la loro realizzazione è ormai diffuso l'impiego di pacchetti di "software" grafico. Anche i disegni a tratto possono essere realizzati utilizzando programmi di disegno assistito dal calcolatore. Per i diagrammi e gli istogrammi è importante ricordarsi di indicare i nomi o i simboli delle grandezze riportate, le scale e le unità di misura. I caratteri usati per le scritte dei grafici e dei disegni a tratto devono essere leggibili, approssimativamente delle stesse dimensioni dei caratteri usati per il testo principale (Fig.4.1). Talvolta, per mostrare ad esempio l'insieme di un apparato sperimentale o l'andamento di un segnale all'oscilloscopio, può essere necessario ricorrere a delle fotografie. In tal caso, se le fotografie sono in bianco e nero e ben contrastate, si può incollare l'originale in una copia della tesi e inserire nelle altre delle fotocopie.
Le tabelle vanno numerate indipendentemente dalle figure, ma con lo stesso criterio: al posto della didascalia va messo il titolo sopra la tabella.
Figure e tabelle devono essere richiamate almeno una volta nel testo e vanno inserite non appena vengono citate per la prima volta.

Avvertenza importante

Qualora si renda indispensabile l'utilizzazione di figure e/o tabelle originali provenienti da altre pubblicazioni (libri, articoli, tesi), è necessario citare la fonte della fotocopia riportata (questo anche se la figura o tabella è stata rielaborata sostituendo, ad esempio, le scritte in inglese con scritte in italiano).

Unità di misura e simboli

Utilizzare le unità di misura fondamentali e quelle derivate del Sistema Internazionale. I simboli letterali per indicare le grandezze fisiche usate in campo scientifico-tecnico non sono univocamente codificati, ma esiste una prassi consolidata che ha assegnato alle grandezze più importanti simboli comunemente accettati: a nessuno viene in mente di indicare la corrente con un simbolo diverso da i o l'impedenza con un simbolo diverso da Z. Al massimo la scelta è ristretta tra due o tre simboli (  o   per flusso concatenato, u o v per tensione, E o K per campo elettrico, S o Pa per potenza apparente, T, M o C per coppia, ecc.). E' buona regola seguire, per quanto possibile, le Norme CEI 24-1, Unità di misura e simboli letterali da usare in Elettrotecnica.
Se nella tesi si fa in prevalenza uso di simboli comunemente accettati, non è necessario compilare una lista dei simboli; se invece si utilizzano parecchi simboli definiti dal laureando o di uso non comune è opportuno inserire, prima del sommario, una lista dei simboli impiegati con il loro significato e l'unità di misura utilizzata (vedi Tab.4-1). Nella stesura del lavoro è comunque buona regola richiamare la definizione di un simbolo di non immediato significato almeno la prima volta che viene usato, ripetendone eventualmente la definizione quando il suo nuovo impiego sia abbastanza lontano dal primo.
 

Abbreviazioni e acronimi

Le abbreviazioni sono di solito formate dalla prima sillaba e dalla prima consonante della seconda sillaba della parola che si vuole abbreviare, seguite da un punto. E' buona regola non abusare nelle abbreviazioni, usandole solo per termini tecnici di uso corrente (val. eff., freq. ind., ecc.) o in casi particolari (ad es. per abbreviare ad esempio). Se si utilizzano delle sigle (acronimi) non di uso corrente è necessario definirle esplicitamente la prima volta che vengono usate; ad esempio si scrive: linear induction motor (LIM) oppure pulse width molulation (PWM) e da quel punto in poi si può utilizzare la sigla introdotta. Se le abbreviazioni e gli acronimi usati sono molti può essere opportuno inserire, accanto alla lista dei simboli, anche l'elenco delle abbreviazioni e delle sigle.

Note a pie' di pagina

Talvolta è opportuno riportare a pie' di pagina qualche chiarimento che inserito nel testo ne interromperebbe la continuità. Questo chiarimento può essere di varia natura e può essere anche un riferimento bibliografico marginale (ad esempio per giustificare un passaggio matematico) non inserito nella bibliografia principale della tesi. La numerazione delle note va fatta con numeri progressivi secondo l'ordine in cui vengono introdotte. Nel testo l'indicazione delle note viene messa con un numero tra parentesi rotonde sotto forma di apice. E' comunque buona regola non abusare nell'utilizzo delle note a pie' di pagina.

Programmi di calcolo

Se nel corso del lavoro di tesi sono stati sviluppati dei programmi di calcolo, risulta di solito sufficiente riportare solo la descrizione generale degli algoritmi implementati, usando, ad esempio, un diagramma di flusso. La documentazione relativa alla codifica dell'intero programma (listato) va inserita solo se contiene informazioni rilevanti per l'argomento della tesi, preferibilmente in appendice.

1.3 Appendici

Allo scopo di rendere più scorrevole la lettura del corpo della tesi, in appendice può essere opportuno riportare:

1.4 Sommario

Il sommario è un breve riassunto della tesi, orientativamente di circa 200 parole. In esso il laureando deve esporre concisamente:

Il sommario deve essere informativo e non una semplice lista di argomenti svolti; da una sua lettura, con una preparazione media sull'argomento, si dovrebbe capire se il lavoro è di interesse per chi si accinge a consultare la tesi.

1.5 Introduzione

L'introduzione costituisce il primo capitolo della tesi ed estende quanto contenuto nel sommario, orientando meglio la lettura. In essa vanno inserite le informazioni che stanno a monte, logicamente e cronologicamente, al lavoro svolto nella tesi. Si compone essenzialmente dei seguenti punti:

1.6 Conclusioni

Le conclusioni devono essere brevi e comporsi dei seguenti punti:

1.7 Bibliografia

I richiami bibliografici relativi ad articoli di riviste, memorie di congressi o libri vanno inseriti nel testo riportando fra parentesi quadre il numero con il quale sono indicati nella bibliografia alla fine della tesi (ad esempio [16]). I riferimenti bibliografici possono essere raccolti nell'ordine con cui sono citati nel testo.
I nomi degli autori, il titolo della rivista o del libro, ecc., devono essere riportati nella bibliografia adeguandosi alle norme seguenti:

Articolo di una rivista [1]

Memoria di un congresso [2] Libro [3] Se si inseriscono nella tesi informazioni e/o immagini ricavate dalla consultazione di pagine in rete, è opportuno riportare nella bibliografia il titolo della pagina, l'indirizzo Internet e la data di ultimo aggiornamento del sito (o, in mancanza di questa, la data di consultazione).

2 Formato della tesi

La tesi deve essere redatta su fogli A4 (cm 21 x 29.7) e le pagine devono essere scritte su doppia facciata.  Sul frontespizio devono essere riportati:

La battitura finale della tesi deve essere preferibilmente ottenuta utilizzando un sistema di videoscrittura ("word processor", ad esempio Word , Word Perfect) oppure un programma di composizione automatica ("text formatter", ad esempio LATEX). Con tali sistemi è possibile, tra l'altro, gestire in modo automatico i richiami di formule, figure e riferimenti bibliografici e ottenere automaticamente anche l'indice.